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Apre Eataly a Rome
Il grande “hub” del cibo apre a Roma il primo giorno d’estate!
L’Air Terminal della stazione Ostiense, dal 21 giungo, si trasforma in quattro piani di buon cibo: frittura salutista con i migliori olii italiani, mozzarella di bufala prodotta secondo la più rigorosa tradizione casertana, pane fatto lievitare con lievito madre di 35 anni, pasta espressa, panini d’autore e piadine romagnole. La birra è prodotta direttamente nel birrificio interno alla stazione, il caffè tostato all’istante e la cioccolata sgorga calda dai rubinetti dello stand mentre una sezione pasticceria farà la gioia dei golosi.
Buon appetito!
Aprirà nella capitale la prossima settimana l’ipermercato di prodotti agroalimentari di qualità con ristoranti ed eventi vari. Il simbolo di un’eccellenza italiana che il mondo ci invidia.
Un fabbricato su progetto di Julio Lafuente, inaugurato per imondiali di calcio “Italia ’90” e pensato come terminal per l’aeroporto di Fiumicino. Dalla prossima settimana quell’immobile sarà la sede romana di Eataly, la diciannovesima nel mondo e la nona in Italia dopo Torino (2), Pinerolo, Asti, Monticello, Milano, Genova, Bologna, Genova, Giappone (9) e New York. Si tratta di un ipermercato di prodotti enogastronomici di qualità dove è possibile anche mangiare, imparare a cucinare o partecipare a eventi di ogni tipo legati alla tavola. “Un misto tra il bazar di Istanbul e il salone del gusto di Carlin Petrini” secondo le parole del suo fondatore Oscar Farinetti intervenuto in occasione dell’inaugurazione (nella foto con la presidente della regione Lazio Renata Polverini).
“Ogni Eataly nel mondo è dedicato ad un valore: Torino l’armonia, Genova il coraggio, New York il dubbio. Per Roma abbiamo scelto la bellezza”.
Da imprenditore visionario quale è, vicino quindi, oltre che per le origini, ad Adriano Olivetti, Farinetti è convinto la bellezza la soluzione ai guai del nostro paese. Cita Dostoevskij che nell’Idiota fa dire al principe Myskin: “la bellezza salverà il mondo”. Lui pensa all’Italia e ci spiega che ciò di cui parla non è un ideale astratto o semplicemente estetico, ma un principio solido che guida l’azione imprenditoriale e orienta la strategia di marketing.
“Noi italiani siamo l’uno per cento del pianeta . Una pulce. Ma per una serie di circostanze siamo considerati i più ‘fighi’. Gli stranieri ci disistimano come senso civico, ma adorano la nostra qualità della vita. Quindi bisogna esportare bellezza: agroalimentare, moda, design, industria manifatturiera di precisione, arte e cultura”.
L’arte a Eataly Roma è ben presente: quattro opere autentiche di Modigliani installate negli spazi del ristorante Italia, un programma di concerti di musica italiana, da Vivaldi a De Andrè e una mostra di vignette su politica e cibo. E poi un’installazione artistica di Giorgio Faletti: venti pietre, una per ogni regione, “per ricordarci quanto è importante la nostra diversità”. Ma la bellezza di cui parla Farinetti è anche altro. È armonia, cura, attenzione, prima di tutto a ciò che mettiamo dentro al nostro corpo.
“Nel dopoguerra il 60% della spesa familiare andava in cibo. Oggi su 750 miliardi di consumi, ne spendiamo appena 180 per mangiare: 120 in casa e 60 nei ristoranti. Il 25% dell’insieme. Spendiamo più per telefonare alla moglie e dire “cara butta la pasta” che per la pasta. Il restante 75% lo spendiamo per cose che stanno fuori dal corpo, vestiti, macchine, viaggi, telefonini. Questo perché la conoscenza del cibo è bassissima. Meno del 35% degli Italiani sa la differenza fra grano tenero e duro, ma più del 60% sa cos’è l’Abs. Io cerco di convincere le persone a spostare i loro soldi dai vestiti, le auto, i cellulari al cibo”.
Bellezza ed educazione, sono i pilatri della strategia di Farinetti, che si rivolge a tutti, non solo ai cosiddetti ricchi.
“Ho preso la fascia degli appassionati che da me trovano a prezzi più bassi i cibi di nicchia che prima trovavano solo negli agroalimentari del centro. E poi mi sono portato a casa una marea di gente comune che ha capito la differenza tra un piatto di pasta economica e una di qualità è di soli 10 centesimi. A chi mi accusa di rubare clienti ai piccoli esercenti rispondo che non è vero. A Torino Eataly ha prodotto un incremento del 30% dell’indotto di cibo e bevande di qualità”.
Dunque appuntamento alla prossima settimana quando lo store di Roma aprirà i cancelli. Qualche dubbio sulla data, dubbio che Farinetti sdrammatizza ricordando il suo grande amico recentemente scomparso.
“Tonino Guerra diceva: “mi piace aspettare”, anche a noi piace e ci piace anche non essere sicuri di niente, neanche della data di apertura. Intanto aspettiamo che la licenza arrivi, dovrebbe arrivare il 18, se non arriva apriamo lo stesso, in fondo sono figlio di partigiano”
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