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In giro in scooter per Roma
Sono vent’anni giusti, che sognavo di imitare Nanni Moretti di “Caro diario”, uno dei suoi film più convincenti. Ricorderete, credo, il primo episodio, quando in sella ad una Vespa blu andava a zonzo per i quartieri meno famosi di una Roma estiva e semideserta, scovando bellezze architettoniche, monumenti storici e panorami inediti, rispetto all’iconografia ufficiale della Roma caput mundi data in pasto alle orde fameliche di turisti che ne affollano le strade ad ogni ora del giorno e della notte.
Roma, in realtà, appartiene poco a chi la abita: San Pietro e Colosseo sono ormai proprietà privata di colonie di forestieri giunti in torpedone; le vie dello shopping sono presidiate da vacanzieri in cerca dell’affare; i locali sono votati alla ristorazione “mordi e fuggi”, dove il richiamo alla tradizione è sovente uno specchietto per allodole dal portafogli (ancora) gonfio e dal palato non raffinato.
Difficile amare questa Roma, caciarona e sguaiata ad ogni ora del giorno e della notte.
Quest’anno poi, complice la crisi, la città è più affollata anche d’estate: piuttosto che rimpiangere le vacanze svanite, meglio elaborare strategie alternative. Per esempio: noi che l’abitiamo da oltre 30 anni, siamo davvero sicuri di conoscerla? E perché non mettersi a girare in moto per Roma, con l’obiettivo di scoprire qualche posto inedito nella città da molti definita la “più bella del mondo”?
Sfida affascinante: scovare, all’interno dell’anello del Grande Raccordo Anulare, luoghi dove
valga la pena passare qualche ora, meglio se distanti dal sottofondo multilingue di via del Corso o di piazza di Spagna. Non abbiamo la pretesa di aver scoperto tutto, o il meglio che Roma può offrire: compito impossibile, davvero. Ma fate vostro il metodo, escendete in strada con la moto (o lo scooter, ovvio), prendendo strade diverse da quelle battute dalla massa. Troverete anche voi, siamo sicuri, luoghi d’emozione e di grande fascino.
Dove dimorare
Se non siete di Roma, per una vacanza di due o tre giorni potete cercare luoghi suggestivi dove soggiornare: il sito www.wonderwheretostay.com propone alloggi in case private del centro o delle zone limitrofe, selezionati con un’attenzione particolare allo charme ed alla comodità. Visto che ci si muove su due ruote, non ci sono problemi d’accesso alle zone a traffico limitato.
Cosa vedere
Alla scoperta dei rioni popolari di Roma: incastrato tra Colosseo, via Cavour e Stazione Termimi, il quartiere Monti conserva uno spirito autentico, grazie anche ai nuovi innesti di creatività sul tessuto urbano. Per esempio, l’ex officina meccanica di via Panisperna 220 si è trasformata in un meraviglioso negozio di mobili del Novecento, oggetti di design e fiori; un angolo di Roma pieno di bellezza.
Sulla stessa via, ma al 225, c’è “Mia Market”: lo riconoscete dalla parete ricoperta di pagine di antichi libri botanici e ricettari, dove sono appoggiati cesti di frutta e verdura biologica. Un bancone con vasetti di insalate fresche, legumi, salumi, formaggi e pane. Qui potete fare la spesa, ma è anche sedervi a mangiare, magari
leggendo il giornale.
Poco distante, il tempio dei salutisti: in via Urbana 134, eccoAromaticus, fattoria trasportata in città, luogo magico dove scoprire, apprezzare e magari acquistare piante aromatiche, germogli, crescioni, fino alle alghe ed addirittura ai fiori commestibili. E nel locale si possono anche gustare speciali insalate e bere freschi succhi e spremute a base di piante rigeneranti.
Per gli intellettuali, irrinunciabile la visita alla libreria “La Gru”, in via del Boschetto 20: un piccolo cenacolo per gli amanti dei libri antichi e di modernariato, con volumi introvabili e prime edizioni di autori italiani del Novecento.
La visita al rione Monti si chiude in gloria con un aperitivo, particolare per la location: “Tutti a Casa Clementina” (al civico 9 dell’omonima strada), infatti, sembra una casa, ma è invece un accogliente locale che dal primo pomeriggio offre tisane, torte e collegamento wi-fi.
All’ombra della Piramide Cestia, nel popolare quartiere di Testaccio, merita una visita il Cimitero Acattolico (via Caio Cestio 6): un grande giardino, ricco di tombe di poeti, filosofi, politici, artisti e viaggiatori. Ma non è un luogo triste: in stile protestante, non ci sono elementi macabri, ma un curato prato all’inglese, eleganti sculture, pini marittimi, fiori di campo e gatti che si aggirano. Nel bookshop è disponibile
la guida per ammirare tutte le lapidi importanti, compresa quella che ironicamente chiede: “Novità?” ai passanti, ultimo scherzo di un intellettuale curioso, che vuole essere informato anche ora che non c’è più su quanto accade intorno.
Mangiare bene
Impossibile andar via da Roma senza essere stati a Trastevere: qui, dal lato del Tevere che si affaccia sull’Isola Tiberina, c’è la “Trattoria da Teo” (piazza dei Ponziani 7), uno dei ristoranti più apprezzati della città. Porzioni generose di rigatoni all’amatriciana, carciofi alla romana o alla giudia e piatti raffinati di pesce, come la tempura di gamberi o il pomodoro ripieno di gamberi scottati, pachino e basilico.
Dall’altra parte del fiume, nella zona del Ghetto, ecco “Kosher Bistrot” (via Santa Maria del Pianto 68-69), il precursore dei locali di questo genere, ristrutturato in stile anni 30. Tavolini su piazza Costaguti per degustare piatti freddi o caldi, vino kosher e tè alla menta con le mandorle a qualsiasi ora del giorno.
Una tregua dal caldo? Ovvio, un gelato. Per molti, il migliore di Roma è quello della “Gelateria Pica”, in via della Seggiola, traversa di via Arenula, strada tra Ponte Garibaldi e largo Argentina, che confina col Ministero di Grazia e Giustizia. Per tradizione, il gelato va preso quando ormai la notte è padrona della città: vista la collocazione della gelateria, c’è tutto il tempo per un giretto in moto al Gianicolo, a salutare Roma prima di andare a nanna.
Nella zona emergente del Pigneto, c’è “Necci” (via Fanfulla da Lodi, 68): nato nel 1924 come bar, frequentato poi da Pier Paolo Pasolini che vi ambientò molte scene di Accattone nel 1961, Necci adesso è anche un ristorante con prodotti a chilometro zero e vini biologici. Lo chef inglese Ben Hirst prepara piatti raffinati ma legati alla tradizione.
La zona est di Roma, nella zona industriale riconvertita dell’ex lanificio, ospita uno dei più riusciti
esperimenti culinari degli ultimi anni: il “Fish Market” (via di Pietralata, 149 b) è un ristorante-mercato del pesce, che sperimenta con successo la formula “scegli il tuo pesce, il tipo di cottura, portalo a tavola e mangia”. Ma quello che fino a qualche tempo era solo un fa enorme capannone dismesso e in rovina, affacciato sull’Aniene in un quartiere lontano dal centro, è ora un centro di cultura e intrattenimento, con corsi di danza, mercatini vintage e locali per trascorrere le serate. Ci si può sedere davanti alle grandi vetrate sul fiume, bere un bicchiere di vino biodinamico e mangiare raffinati piatti biologici.
Resistete alla tentazione di entrare in una delle mille (o diecimila?) pizzerie al taglio che invadono Roma e distruggono il fegato: se volete davvero provare un gusto diverso, andate da “Pizzarium” (via della Meloria 43), nel quartiere Trionfale, vicinissimo ai Musei Vaticani: è il regno di Gabriele Bonci, reso famoso dalla TV ma non rovinato dal successo, che ancora sforna delizie in teglia, frutto di abbinamenti arditi e creativi, esaltazione della fantasia applicata alla tradizione. Non fatevi ingannare dalla location all’apparenza dimessa: una volta varcato l’ingresso, sarete davvero nel paradiso della pizza.
Il libro
Visitare Roma con il sorriso sulle labbra: nelle pause, leggete qualche pagina di “Prove di felicità a Roma Est” (Stile Libero), romanzo d’esordio di Roan Johnson, italiano di padre inglese, cresciuto a Pisa ed ormai trapiantato a Roma.
Il protagonista è Lorenzo Baldacci, arrivato a Roma per cambiare vita e incagliato invece in una folla di personaggi esilaranti. Con lo sguardo comico, di giovanissimo provinciale toscano approdato nella Capitale, Lorenzo racconta una Roma marginale, tra pony-pizza, badanti, professori in pensione, truffe, subaffitti, periferie, mentre cerca di sbarcare il lunario facendo il pony-pizza, e con la sua Vespa Primavera si rovina la schiena a ogni buca delle strade romane.
Girare in moto
Lo sterminato territorio capitolino offre opportunità costanti per chi usa le due ruote: per la nostra esplorazione di un giorno, abbiamo scelto il quadrante nord della città, compreso tra le consolari via Cassia e Flaminia, che specie nelle luminose giornate d’estate mostra le sue qualità migliori.
Ogni quartiere ha il suo: se siete nella zona di Prati, la domenica, prima di pranzo, i centauri si ritrovano al bar di piazza Mazzini, per un aperitivo ed un giretto in moto, prima di mettersi davanti alla tv per la Superbike o la MotoGP. Per tradizione, all’appuntamento ci sono soprattutto moto d’epoca, ma sono bene accette anche le moderne (solo tollerati gli scooter…).
Altro luogo d’incontro per motard: il centro Euclide su via Flaminia, prima del Raccordo. Qui convergono appassionati di moto inglesi, amanti delle pieghe, tranquilli escursionisti, biker in divisa d’ordinanza. Tutti con i serbatoi pieni, per escursioni lungo la Flaminia, la Cassia verso Vallelunga o l’Aurelia in direzione mare.
Senza andare oltre il GRA, anzi ben al suo interno (ricordate la premessa di quest’articolo?), ci sono molti percorsi capaci di soddisfare ogni palato: ad un paio di chilometri in linea d’aria dalla cool location di Ponte Milvio (bellissima di giorno, assolutamente da evitare di sera, per l’affollamento ed il rumore), ci sono zone dove il cemento cede il passo alla campagna e pare di essere davvero in un’altra dimensione. Prendete ad esempio la direzione di Tor di Quinto: breve sosta al laghetto lungo il Tevere, e poi ecco in successione via Due Ponti, via della Giustiniana e via Fosso della Crescenza. Un circuito che nel raggio di qualche chilometro propone un inatteso repertorio: tante curve, piacevoli saliscendi, poco traffico, asfalto di buona qualità e panorami nuovi. Si sfiorano campi di grano, fattorie, terreni coltivati, e si respira un’aria più pulita: siamo ancora a Roma, ma non sembra proprio. Da queste parti si fanno incontri particolari: una coppia di fagiani, bisce, l’istrice, anche la volpe; e di sera, può succedere di imbattersi in una famiglia di cinghiali, che attraversano la strada. Non sono fantasie: la campagna ed i suoi abitanti tornano a reclamare un loro spazio.
Compagnia tedesca
Ad accompagnarci nel tour romano è stata una BMW F 800 R, dalle dimensioni e cilindrata ideali per muoversi agile nel traffico e capace anche di mostrare un po’ di carattere quando la strada si apre ed è possibile liberare tutta la dinamica del bicilindrico tedesco. Un motore che pur senza esibire valori record (87 cv a 8.000 giri e coppia di 86 Nm a 6.000), si rivela fluido e progressivo, rapido nella risposta al comando del gas e piuttosto parsimonioso, visto che la soglia dei 25 km/litro si raggiunge senza particolari attenzioni alla guida.
Tra i punti a suo favore, la posizione di guida, la godibilità dell’erogazione ai medi regimi, l’efficienza del sistema frenante; da segnalare la presenza di vibrazioni al manubrio con il salire dei giri e la protezione solo parziale del cupolino quando la velocità arriva ai limiti previsti dal Codice.
Questa naked, ben apprezzata dal pubblico italiano (è stabilmente nella top ten delle moto più vendute), appare ideale per chi si avvicina alle due ruote: disponibile anche in versione depotenziata da 25 kW, grazie alle dimensioni compatte ed al peso contenuto non mette mai in crisi il pilota; ma come detto è anche dotata di carattere per soddisfare utenti più navigati.
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